Ex villa della criminalità ora è casa per senza dimora

Si trova in Via Tavo 310 la nuova dimora per senza tetto, lunedì i primi quattro ingressi. La villa è stata confiscata alla criminalità e, fino al 2026, grazie al nuovo progetto promosso dal Comune di Pescara darà una nuova vita ad alcuni bisognosi.

La presentazione dell’edificio per i senza dimora. Il progetto, finanziato dal Pnnr, sarà attivo fino al 2026

L’amministrazione, guidata dal sindaco Carlo Masci,  ha riqualificato il piano terra della struttura e nei prossimi mesi sarà completato anche il primo piano. L’obiettivo è dare una nuova opportunità di vita agli ospiti, che saranno complessivamente 21. I senza dimora da accogliere sono dell’Ecad 15 (Pescara) e 16 dell’Ecad (Metropolitano, capofila Spoltore).

Nella giornata di martedì 29 maggio è stato presentato l’edificio. Presenti i sindaci di Pescara e Spoltore, Carlo Masci e Chiara Trulli  e gli assessori alle Politiche sociali dei due Comuni, Adelchi Sulpizio e Nada Di Giandomenico. C’erano anche i rappresentanti di On The Road e il suo presidente Massimo Ippoliti e lo staff delle Politiche sociali del Comune che ha seguito tutto l’iter. In particolare il dirigente Marco Molisani e la Responsabile del servizio programmazione sociale e misure straordinarie per il Welfare, Roberta Pellegrino. Presente anche Maria Luigi Montopolino, presidente della commissione Politiche sociali.

Il sindaco e il vice sindaco hanno spiegato:

“Complessivamente i fondi Pnrr destinati a questo progetto sono pari a 710 mila euro. […] L’obiettivo finale è l’autonomia economica ed abitativa dell’utenza coinvolta, anche con possibili percorsi di accompagnamento alla ricerca di sistemazioni abitative private: vogliamo dare una casa a chi si è ritrovato a vivere in strada, per un motivo o per un altro, e inserire queste persone in un circuito di vita normale, regolare. Una grande ambizione e siamo certi di cogliere l’obiettivo.”

Il sindaco di Spoltore, Chiara Trulli ha aggiunto:

“Il nostro Ecad e quello di Pescara hanno deciso di lavorare insieme, e siamo contenti perché si restituisce un bene sottratto alla criminalità ad uno scopo veramente nobile, ed è quello di dare la casa a chi non ce l’ha: è un problema crescente, dilagante, a cui bisogna dare risposte.”

Nella prima fase gli ospiti sono 4, ed entreranno nell’edificio lunedì. A questi ne seguiranno altri due, e ad occuparsene sarà On the Road. Il percorso, per loro, comincerà con la presa in carico e si concluderà con il supporto nell’individuazione di un alloggio da affittare.

Abitare i luoghi. Un altro progetto abitativo finanziato dal Pnnr e già in atto nel Comune di Pescara

Quella attuata nel progetto sopra descritto è una strategia di successo, non nuova per il Comune di Pescara. È stato già portato avanti positivamente un altro progetto, Abitare i luoghi, finanziato dal Fondo sociale europeo. E a breve prenderanno forma altre iniziative focalizzate sul sociale perché il Comune di Pescara, con ulteriori finanziamenti del Pnrr (1,7 milioni di euro) ristrutturerà i 4 appartamenti del progetto.

Molisani e Ippoliti hanno commentato così le iniziative:

“Nell’utilizzo di immobili sequestrati alla criminalità siamo stati i precursori in Europa.”

“L’apertura di una casa così per noi è una festa perché ci consente di proseguire l’operazione che facciamo con il Comune dal 2020: siamo stati i primi, con il Comune di Pescara, a prendere delle case confiscate, durante il Covid. Loro hanno avuto la grande capacità di ristrutturarle, e noi abbiamo potuto gestire le prime accoglienze. Continuare è una gioia, è una festa e sarà la soluzione per tutti coloro che saranno qui: la loro prima reazione sarà la respingenza, la paura, ma poi ritroveranno la dimensione del quotidiano, anche grazie alla bellezza di questi spazi, e accetteranno di partecipare ad altre progettualità parallele, come è già accaduto per altri.”

La parte già messa in atto del progetto ha accolto ben 21 persone senza dimora, e di queste ben 11 hanno completato il percorso di accoglienza raggiungendo l’autonomia e 8 hanno trovato lavoro. Delle 10 persone rimaste, 4 vivranno in via Tavo 310 e con altre sei si sta lavorando per il reinserimento nel tessuto sociale, anche abitativo.  Con lo stesso finanziamento saranno realizzate anche le case di sgancio per le donne che sono state vittime di violenza e un asilo nido.

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